Oggi sono venuto a conoscenza della morte di una persona. E la cosa – naturalmente – mi ha intristito un po’. Il punto è che il modo in cui ne sono venuto a conoscenza, prima di intristirmi, mi ha indignato.
Ero in fila alla cassa di un supermercato nel canturino, e una “Signora” davanti a me, accompagnata dalla figlia (ormai grande eh, non una bimbetta) annunciava tutta orgogliosa alla cassiera la notizia che questa persona fosse morta qualche giorno fa.
O forse no? Non era una persona?
Perché ripensando alle parole, ma soprattutto ai modi, agli sguardi quasi di soddisfazione con cui ci si rivolgeva a Davide (e includo la cassiera – nonché la figlia della sciura), quel “disgraziato che era sempre ubriaco”, che “aveva sempre una birra in mano”, che “se l’è cercata” e “ha fatto smettere di soffrire la propria famiglia”, quasi sembrava si stesse parlando di una bestia (e pure brutta come bestia, peraltro).
E il nome – Davide – l’ho aggiunto qui io, perché la “Signora” probabilmente non immagina nemmeno che potesse averne uno… la bestia…
Sì, lo “conoscevo”, perché da tempo avevo preso l’abitudine di prendergli un tramezzino, una briosche, una cagata qualsiasi insomma – purché non fosse alcolica – per strappare un sorriso a quel suo grugno sdentato sempre fuori dal supermercato ad elemosinare qualcosa. Sempre senza insistenza.
Non finiva mai di ringraziarti… “zio, sei gentile, zio grazie, zio di qua e zio di là…” ed era un ringraziamento sincero: non ti rilanciava il tramezzino chiedendo invece uno spicciolo… un piccolo gesto che ti fa chiaramente distinguere chi ha veramente bisogno di mangiare per sopravvivere!
Aveva un cagnolino, Davide, un bastardino piccoletto che gli gironzolava sempre intorno. E qualunque cosa mi capitasse di lasciargli, il primo pezzo (e generoso) era sempre per il suo amico a quattro zampe.
Un gesto che ti faceva capire la sua umanità, nonostante la sua condizione… e che devo ammettere: mi ha subito colpito!
Quel cagnolino che lasciava “legato” fuori mentre entrava al supermercato per prendere qualcosa (birra per lo più). E la bestiola se ne stava buona buona, con quel guinzaglio a malapena appoggiato ad un paletto, perché sapeva che il padrone gli voleva bene, che se per quei 5 minuti non era con lui era perché stava prendendo qualcosa (non solo birra, anche croccantini – ho sbirciato una volta).
Pensare che qualche mese fa Davide era all’interno del supermercato mentre io uscivo, e una “Signora” (con la S maiuscola come quella di oggi) stava là fuori fuori tutta indignata per le condizioni del quadrupede, minacciando di chiamare chissà chi per questo oltraggioso maltrattamento… e il cagnolino, se avesse avuto la parola, gliene avrebbe dette quattro, sempre standosene beatamente sdraiato in attesa della sua razione di cibo in arrivo…!
Ci stavo per litigare io con la Signora quella volta…
Ad ogni modo, Davide pare (non ho avuto modo di verificare la fonte, ma ripeto: la soddisfazione personale della Signora pareva un sigillo di garanzia del fatto) che non sia più di questo mondo, probabilmente portato via da qualche complicazione delle sue condizioni di salute non proprio rosee – viste le condizioni di vita in generale.
Lo ricordo l’anno scorso tutto preoccupato che dovessero di li a breve ricoverarlo (chissà poi se fosse vero – fatto sta che per diverso tempo non l’ho visto al supermercato) perché non sapeva a chi lasciare il cagnolino…
Davide, non certo il più bello del canturino, non certo il più raffinato ed elegante, ma pur sempre un essere umano, e con un grado di umanità da far impallidire tutte le “Signore” perbene (o perbeniste?!) come quella di oggi.
Scusate il flusso di coscienza disarticolato, ce l’avevo lì sul groppo che doveva in qualche modo uscire, e ho pensato di condividerlo con voi.
Riposa in pace, Davide.