Torna alla ribalta il personaggio di Greta Thunberg in questi giorni di discorsi all’ONU, di scioperi per il clima e di guerre alla plastica: siamo di fronte alla salvatrice del Pianeta o ci stanno propinando un mucchio di frottole?
Veniamo a Greta, e al suo attivismo in campo climatico-ambientale che l’ha portata a discutere con i potenti del Pianeta.
Ho letto il suo discorso e ho letto alcuni articoli di giornale (ripudio le notizie che vivono di vita propria soltanto all’interno dei social network, inseguendo la flebile speranza che almeno i giornalisti professionisti della carta stampata, ogni tanto, provino ancora a fare il proprio mestiere con coscienza).
Traggo spunto, in particolare, da due articoli di oggi usciti sul Corriere della Sera:
- “Che errore dimenticare i benefici del progresso“, di Pierluigi Battista.
- “Greta non sarà simpatica ma ha ragione, e Trump torto“, di Aldo Cazzullo (in risposta alle lettere ricevute al giornale).
Nessuno dei due articoli, così come il mio presente, ha la pretesa affrontare e risolvere l’argomento, naturalmente. Si tratta di due spunti per cercare di evidenziare i due schieramenti e cercare di capire in cosa esattamente consista in questo caso la barricata (mentale, ricordate?)
Il primo, pur mascherandosi dietro i benefici portati dal progresso scientifico e tecnologico, è palesemente un affronto al discorso di Greta e indirettamente a tutta la filosofia che ci sta dietro.
Il secondo, senza mezzi termini, scende in campo a difesa della paladina del Pianeta.
La cosa veramente importante a mio avviso è che:
Il punto chiave NON è Greta!
Leggendo articoli come i precedenti la gente tende automaticamente a schierarsi: pro o contro.
Non esistono mezze misure, non esiste il dialogo, non esiste il confronto: in questa battaglia o sali sul carro (la nave, in questo caso) della ragazzina oppure ti unisci alla folla che cerca di sabotarne la missione.
In mezzo a tutta questa foga nel cercare di supportare a suon di like e condivisioni l’una o l’altra fazione ci si dimentica facilmente dell’argomento principale: il cambiamento climatico e cosa si può fare per arginarlo.
Ripetiamo insieme: l’argomento principale non è il discorso di Greta, non lo sono il suo cappotto o le sue trecce, non lo è il mezzo di trasporto con cui è arrivata all’ONU, non lo é niente di tutto ciò; l’argomento principale è e deve restare il cambiamento climatico e cosa si può fare per arginarlo!
Quindi, come facilmente intuibile:
I salvatori della Terra siamo tutti noi, se lo vogliamo!
Già, SE lo vogliamo.
Rimando a un mio precedente articolo in cui ho già espresso il mio parere sul riscaldamento globale e sul grado di preoccupazione che nutro personalmente, in virtù delle potenzialità di gestione dei problemi che sono insite nella natura umana.
Il punto chiave qui è che chiunque, da una ragazzina a un anziano signore, da un capo di stato a un mendicante, da uno scienziato a un ciarlatano, possono dire la loro in merito; restiamo comunque noi, tutti, quelli che possono fare qualcosa.
Qualcosa di concreto: limitare l’utilizzo dell’auto preferendo i mezzi pubblici, indagare sulla provenienza dei prodotti che utilizziamo o con i quali ci vestiamo, limitare l’utilizzo dell’aria condizionata, eccetera eccetera.
Quanti sono disposti a mettere in atto qualcosa di concreto?
Qualcosa che vada oltre il facile lavaggio di coscienza dell’installazione di un depuratore per non acquistare bottiglie di plastica; qualcuno vi ha mai messo a confronto l’impatto ambientale dell’intero ciclo di vita di un depuratore e rispetto a quello delle bottigliette di plastica che a fine utilizzo possono essere riciclate?
La risposta è no: installiamo il depuratore perché ci han detto che così si inquina meno. Punto.
Io spero vivamente che il messaggio di Greta, chiaramente provocatorio, serva a smuovere una coscienza ambientale più matura (compatibilmente però con il tenore di vita medio che l’essere umano è riuscito a raggiungere nel corso degli ultimi decenni, altrimenti torniamo indetro anzichè guardare avanti) e non che l’effetto si riduca, come accade, semplicemente ad una profusione di pollici alzati da tanti automi pro o contro Greta Thunberg.
Chiudo con un aneddoto, di qualche giorno fa
Una mattina sono al bar a fare colazione e vedo arrivare un vecchietto in auto. Scende, chiude la macchina, fa due passi e si abbassa a raccogliere qualcosa (li da prima che arrivasse). Prosegue verso il cestino più vicino e lo butta (era l’involucro di una merendina). Entra finalmente al bar, va in bagno a lavarsi le mani e ordina il suo caffè.
Il gesto di questo vecchietto vale, a mio avviso, mille discorsi all’ONU.