Buongiorno a tutti e ben ritrovati dopo questa pausa di vacanze estive 🙂
Personalmente non sono riuscito a staccare granché, ma qualche giorno di relax mentale sono riuscito a ricavarlo, e al “rientro” ho avuto l’onore – come sempre accompagnato dall’onere – di trovare il mio nome citato in due articoli usciti sul quotidiano La Provincia di Como:
- “Nuova vita per il castello Ariberto | Il Comune vuole realizzare un ostello“, uscito mercoledì 21 agosto 2019
e a seguire - “L’ex sindaco sul castello Ariberto | «Inopportuno farci un ostello»“, uscito domenica 25 agosto 2019
Articoli di giornale sull’Ostello nel Castello che mi citano in prima persona
Nel primo articolo, cito testualmente la parte, viene riportato quanto segue:
[…] Tra i cittadini, c’è chi ha chiesto approfondimenti, come Alessandro Poletti. «Mi sarei augurato che la scelta di presentare il progetto di un ostello al suo interno fosse stata condivisa e valutata preventivamente con i cittadini», dice. […]
Nel secondo articolo, sempre testualmente, si legge:
[…] «Colgo perciò con attenzione le perplessità sollevate dal signor Alessandro Poletti che peraltro condivido – dice Vergani a proposito delle osservazioni di un cittadino – Il problema è far funzionare bene tutte le attività prima citate o quello di inserire un ostello in questo momento?»[…]
e ancora
[…]«Come capogruppo di minoranza – conclude Vergani – e dopo aver sentito i nostri rappresentanti nella commissione urbanistica e lavori pubblici dove hanno sollevato molteplici perplessità sul nuovo ostello, considero la proposta fuori luogo. Chiederei a Poletti, esperto di mezzi social, di sottoporre il quesito ai nostri concittadini.» […]
Essendo stato chiamato in causa per ben due volte, credo sia opportuno che io chiarisca la mia posizione e, se non è troppo, anche il mio parere personale sul Progetto Castello 🙂
La mia posizione e il mio parere personale sul progetto Ostello nel Castello
Premesse fondamentali, per chi non mi conosce o mi conosce poco:
- non sono parte attiva di nessuna lista civica
- non sono schierato né da una parte né dall’altra
- sono un semplice cittadino di Capiago Intimiano, e orgoglioso di esserlo
- ho “fiutato” nella struttura del Castello la possibilità di innalzare il livello di prestigio del nostro Comune
Detto questo, la mia posizione circa la partecipazione al famoso bando presentando un ostello resta critica (avevo infatti chiesto subito delucidazioni), fondamentalmente per tre motivi:
- un ostello non è di per sé qualcosa di anti-culturale, ma si presta bene a diventarlo se non opportunamente progettato ed indirizzato verso un certo tipo di utenza, cosa molto delicata e potenzialmente costosa.
Su questo aspetto sono rassicurato dal fatto che il progetto presentato al bando sia soltanto “di massima”, e che la fase “esecutiva” resti ancora da definire. Mi auguro quindi che, in caso di aggiudicazione del bando, si avrà il tempo e le risorse per progettare un ostello che prenda spunto da quello nell’immagine iniziale, piuttosto che quelli riportati più in basso; - un ostello in Capiago Intimiano, ad oggi, non risponde ad alcuna necessità e non rappresenta di per se un’attrattiva (ci avrei pensato piuttosto a valle della realizzazione di altri progetti di attrazione, per fornire ospitalità ai visitatori): i potenziali utenti potrebbero essere in visita a Como o altri centri limitrofi, e si scontrerebbero – ad esempio – con un servizio di trasporto pubblico in cronica riduzione delle corse;
- non esistendo, a mia conoscenza, un progetto complessivo di rilancio e valorizzazione di tutto il polo del Castello e dei giardini, l’approccio di realizzare opere “a pezzetti” porta con se il rischio di arrivare ad avere una accozzaglia poco armoniosa di cose e non invece un Polo Culturale fruibile.
Ad esempio: la collocazione dell’ostello nell’ala centrale della pianta a ferro di cavallo del Castello, potrebbe potenzialmente tagliare a metà la struttura, obbligando il passaggio da un’ala all’altra attraverso il corridoio delle camere da letto.
Sottolineo comunque che Alessandro Poletti non è contro gli ostelli, in cui ha avuto anche modo di dormire, ma è preoccupato che, pur sognando di arrivare ad un ostello come nelle immagini a destra (struttura moderna e di gusto, dotata di spazi comuni di condivisione a favore di un certo scambio culturale), ci si ritrovi inconsapevolmente a fermarsi ad uno come quelli nelle immagini a sinistra (struttura vecchio stile, semplice dormitorio e servizi in comune, dove di culturale ci vedo ben poco).
Cosa avrei fatto o cercato di fare io
La domanda sorgerà spontanea: se critichi, o hai in mente qualcosa di diverso, oppure sei solo un barlafüs (un termine, spero scritto bene, a mio avviso intraducibile).
Bene, personalmente una volta conosciuto il bando, avrei :
- indetto un incontro aperto a tutta la popolazione
- spiegato brevemente il bando
- illustrato i vincoli che ricadono sul Castello
- presentato la proposta dell’Ostello nel Castello
- dato voce ai presenti per raccogliere altre proposte*
- valutato tra le diverse proposte la più “indicata” per iniziare a concretizzare il concetto di Polo Culturale all’interno del Castello
Con i mezzi tecnologici e social a disposizione credo che non si sarebbe perso più di un paio di giorni a mettere in atto i punti elencati sopra.
* È tutto vero quanto replicato alle mie richieste di delucidazione e riportato nel primo articolo di giornale, e cioè che la possibilità di un ostello non è una novità assoluta ma era inclusa tra le destinazioni d’uso possibili (aggiungo io: “inclusa tra le possibili“, non “vincolata ad essere l’unica”) dal 2014 o giù di lì.
Credo peò che a distanza di 5 anni, e a seguito della realizzazione nel castello di una Biblioteca con la B maiuscola, che tanti comuni limitrofi (e non) possono solo invidiarci, si sarebbe potuto mettere in discussione questa idea iniziale, confrontandola con possibili alternative, sempre nel rispetto dei vincoli imposti dal demanio che ricordiamo essere legati a tre macro-argomenti: Ospitalità , Didattica e Housing Sociale.
Riporto quindi alcune proposte che, informalmente, mi sono giunte dalle chiacchiere da bar: sale coworking, piccola accademia del tessuto – in virtù della vicinanza a Como – , mini Museo su Guido da Verona, piccolo museo del territorio, salette studio dedicate (in quelle di Biblioteca bisogna parlare sottovoce), laboratori aperti di pittura e altre attività creative, qualcuno addirittura accennava a un polo tecnologico di eccellenza – magari il coworking potrebbe dare il via a un processo del genere, chi lo sa…
Poi magari sarebbe risultato ancora “vincente” il progetto dell’Ostello nel Castello rispetto alle alternative, e allora si sarebbe stati tutti un po’ più sereni 🙂
Cosa fare ora?
Sinceramente un sondaggio d’opinione alla popolazione, in questo momento, mi pare un po’ fuori luogo. Il quesito sarebbe davvero molto duro: “Siete d’accordo sul nuovo ostello si o no?” In caso di no l’unica possibilità concreta sarebbe quella di ritirare la partecipazione al bando.
Cosa del tutto possibile, come stabilisce il regolamento di partecipazione.
Tuttavia, per quanto il mio spirito sia di natura critico, tale scelta mi parrebbe piuttosto disfattista.
Sarei invece d’accordo su un coinvolgimento della popolazione nella fase di definizione esecutiva del progetto, laddove venisse vinto questo controverso bando.
Se poi qualcuno ha piacere di condividere la propria opinione in merito, favorevole o contraria che sia (purché argomentata), il box dei commenti sotto serve proprio a questo 🙂